Women peacemakers: intervista con La presidente della ONG Coordinamento Donne nel Mondo Vittoria Pompò

    Che ruolo hanno le donne per la pace nel mondo?

     La donna è il cardine della famiglia, trasmette il valore della pace, ha una grande forza psicologica, è empatica e soprattutto resiliente. Infatti, la storia ci insegna che durante i conflitti le donne pagano un caro prezzo: sono oggetto di vari abusi e violenze (a volte persino da parte dei membri della sicurezza) e purtroppo raramente si sente la loro voce. Le guerre segnano le donne eppure si rialzano!

 

Si parla poco delle donne soldato: che contributo danno?

La carriera militare femminile è storia recente. Le donne hanno libero accesso alla carriera militare dal 2000, con grandissimo ritardo rispetto al resto dei Paesi appartenenti alla Nato. La risoluzione ONU 1325 «Donne, pace e sicurezza» chiede, in maniera giuridicamente vincolante, che le donne siano coinvolte in modo adeguato e paritario, a tutti i livelli, nella prevenzione dei conflitti, nei processi di pace e nella politica di sicurezza oltre che nella ricostruzione delle strutture statali.

Occorre un coinvolgimento più efficace delle donne nella prevenzione dei conflitti e i processi di pace

 

Secondo lei le donne sono poco coinvolte nei tavoli di pace?

L’ ONU ha contribuito a dare una visione diversa della partecipazione femminile nei conflitti e ha cercato di eliminare le differenze di genere ma bisogna ancora fare tanto per raggiungere la parità. C’è una asimmetria di potere che tuttora caratterizza tutti i settori. Bisogna educare anche sulla gestione e convivenza con le donne, bisogna veicolare una immagine diversa della donna, eliminare ogni stereotipo anche nei linguaggi.

 

Come si può prevenire e risolvere la violenza sessuale contro le donne durante i conflitti?  

L’ Onu denuncia oltre 3 mila casi nel 2018. Si riferisce a stupri, schiavitù sessuale, prostituzione forzata, gravidanza e aborto forzati, sterilizzazione forzata, matrimonio imposto e altre forme meno palesi ma pur sempre legate al contesto di guerra. Purtroppo, è un fatto attuale, aggravato dalle violenze nei campi profughi

 

 Come vede il futuro?

La partecipazione e il ruolo delle donne negli affari esteri e nella sicurezza internazionale è pertinente e viene sollevato con crescente frequenza sia a livello nazionale che internazionale. Vi è una forte attenzione agli squilibri nella rappresentanza delle donne nella leadership e in altre posizioni chiave nell’area della politica internazionale, nonché all’effetto positivo dell’inclusione delle donne in diversi settori nevralgici della politica . Tra questi temi, il ruolo delle donne nel mantenimento della pace riceve un’attenzione particolare, poiché la ricerca ha dimostrato che l’uguaglianza di genere contribuisce alla pace e che i negoziati con le donne hanno più possibilità di essere sostenibili ed efficaci. Le Nazioni Unite hanno dato molta enfasi alla parità di genere partecipazione delle donne a impieghi di promozione della pace e alla politica di sicurezza. Si fa molto, ma non è abbastanza.

 

 

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